Per chi mi segue ancora su questo blog, volevo avvisarvi che mi sono trasferita qui: www.migenaproi.wordpress.com
A che gioco vogliono farci giocare?
Io me lo chiedo spesso.
Noi che siamo i criminalizzati quale parte dobbiamo giocare.
Siamo come oggetti colti dal degrado della vecchiaia. Qualunque sistemazione non è mai idonea. Non lo è nel lungo periodo. Prendiamo polvere. Con il panno umido fradicio di retorica i Governi che s’alternano ci rispolverano, come manichini inermi ci truccano, ci pettinano e ci mettono in bella mostra.
Siamo la preda perfetta. Un bottino da guerra elettorale. Siamo bambole di cera che con occhi spalancati osservano il teatro grottesco della politica italiana. Muti.Abbiamo voce soffocata dal vomito del fanatismo di Stato.
Il fanatismo nato dalle migliori intenzioni: “la cura al razzismo è Maroni”.Possiamo sempre consolarci. Siamo castigati per troppa bontà di Stato.Nulla di personale,insomma.
Aiutano la nostra integrazione con la criminalizzazione.E se nemmeno questo ci consolasse, dobbiamo pensare che loro lo fanno per il loro “popolo”.
L’indifeso popolo italiano ha scelto la maschera del giustiziere: “noi italiani siamo buoni ma non fateci incazzare, se no diventiamo razzisti”.
Eccolo! Il vizietto dell’italiano mediocre: confondere se stesso con le Istituzioni Statali.
Lo straniero non ha bisogno della bontà del “noi italiani“. Non trema di paura se gli Italiani s’incazzano. Ha bisogno di rappresentazione politica. Di diritti garantiti.
La Politica, quella fatta di norme tra i banchi del parlamento, è mai stata buonista?
La storiella del buonismo è stata la strategia per approvare norme da bluff.
L’Italia ha rinunciato al buonismo di Stato prima di provarci.
A che gioco vogliamo giocare?
Ora che il nemico clandestino è rimasto intrappolato tra le tele del cattivismo, come vorranno usarci?
l’immigrato regolare dai troppi diritti: ecco il nuovo abito da farci indossare.
Lo sa bene l’assessore leghista della giunta regionale Lombarda,Davide Boni.
Qui potete leggere la notizia:
Atm: ragazzo marocchino fa un ricorso contro il regio decreto del 1931 che gli vieta l’assunzione
Il leghista fa le ripicche.
Lui,marocchino,elettricista qualificato ha osato farsi assumere dall’Atm,perché io no,cosa ho io che non va,avrà pensato.
Sorvolando sul fatto che in Italia le norme del 1931 non sono state ancora sostituite con altre al passo con i tempi,puntualizziamo alcuni concetti.
Essere “discriminati” per l’età non è una discriminazione, nel vero senso della parola.
In primis l’età non è un fattore relativo a una sola parte della popolazione e ,dunque, per definizione non può essere discriminante.
Poi, nel momento in cui viene “discriminato” qualcuno in base all’età ovviamente non vi può essere nessuna cattiveria. Vi è solo la necessità di assumere lavoratori che possano sopportare la stanchezza o la fatica fisica.
Lo so che voi siete leghisti e ce l’avete sempre duro, ma noi altri umani iniziamo a sentire qualche acciacco dopo una certa età.
Si può contestare il limite d’età imposto per l’assunzione di determinati lavori ritenendolo ingiusto, ma di sicuro non lo si può ritenete “discriminante”.
E’ invece discriminante essere idonei a una determinata mansione,ma non essere assunti perché stranieri.
Nel loro calderone di ideologia pressappochista i Leghisti tentando di mescolare tutto.
E di farci sentire sempre più soli.
Le Istituzioni statali non hanno né tempo né voglia di occuparsi di noi. Siamo il gregge di pecore che viene lasciato pascolare per procurarsi del cibo,nulla di più.
Le Istituzioni giuridiche tentano di applicare alle varie controversie principi di equità. Ma a quanto parte i leghisti non si accontentano di tenere ostaggio un intero Governo, vorrebbero ora essere loro stessi Giudici.
I messaggi subliminali (ma non tanto) sono chiari: La Lega proprio non ci vuole. Clandestini o non l’unico ruolo che possiamo svolgere nella Società Italiana è essere oggetto dell’ ideologia da inizio novecento della Lega.
La politica dei sempliciotti gode di ottima salute, curata con ufficio stampa e spot televisivi detti tiggì.
L’apparato industriale in tempo di guerra funziona unicamente per produrre armi,sacrificando gli altri bisogni di cui il popolo necessita; allo stesso modo la stampa nostrana sforna articoli o servizi per coprire,sminuire, ingigantire se fa comodo, le gaffe dei nostri Onorevoli. La parola chiave di una certa Stampa è “emozionare”, tralasciando implicazioni con i Fatti. Informare, con la I maiuscola ,è superfluo.
Giornalisti e uomini di Destra non reputano necessario usare il raziocinio nell’analisi della realtà. D’altronde, le gocce di sudore necessarie a fare politica, o a fare il proprio lavoro dignitosamente, in Italia non sono poi così richieste. E’ necessario individuare le parole con le quali demonizzare il capro espiatorio del momento e usarle a mò di prezzemolo; sfruttare il maschilismo imperante e dar sempre di sé la figura del latin lover; farsi forte con i deboli , mentre si emanano leggi che proteggono i prepotenti.
La vasta gamma di vocaboli di cui gode la lingua italiana non è ,tuttavia ,sufficiente.
Si ricorre a servizi televisivi strappalacrime e melodrammatici, nella speranza di indurre il telespettatore a sentirsi vittima del caos mondiale. E l’uomo spaventato ,si sa, diventa sciocco.
Si ricorre ad articoli che tocchino le corde emotive del lettore. Spesso centrano l’obiettivo, altre volte le uniche corde che toccano sono quelle dell’Indignazione.
Ad avere un minimo di senso critico ci si indigna a leggere questo articolo :
Una giornata con il leghista Salvini. La politica secondo Matteo
La Lega sa bene che i voti del meridione contano.Per ottenerli ha dovuto congegnarsi. Dal cappello magico dell’alleanza con Berlusconi è riuscita a unire l’Italia contro il nemico straniero.
Nel frattempo, ha reso latente l’ anti-meridionalismo per cui è nata,confinandolo nei propri comizi.
Ciò che è latente diventa manifesto prima o poi, e in questo caso si ricorre alla stampa Berlusconiana, sempre pronta a soccorrere in aiuto del compagno di Governo.
L’articolo di Carmelo Abbate ovviamente è una pillola per addolcire il sapore amaro che lascia in bocca il seguente video:
Salvini coro contro i napoletani
Matteo Salvini lo vidi per la prima volta a “Tetris“ (LA7). La tentazione di considerarlo un politico quantomeno ragionevole è forte. Devo ammetterlo la sua estetica da “bravo ragazzo “ confonde per chi non conosce i retroscena del suo agire politico.
Oddio! “Retroscena” è una parola grossa.
E’ vero Salvini è un “politico non qualunque”.
E’ vero le sue proposte fanno discutere. Non per l’originalità,ahinoi!, quanto piuttosto per la mancanza di essa.
“Un popolo affamato fa la Rivoluzion”, cantava Rita Pavone. Quello che è sicuro è che in Italia la Rivoluzione non si farà mai. Non per mancanza di coraggio, ma per semplice menefreghismo. Tuttavia in mancanza di rivoluzione, abbiamo dei rivoluzionari, come Matteo Salvini. O meglio, vorrebbero farci credere che sotto l’aria acqua e sapone si nasconda un piccolo rivoluzionario.
Un Robin Hood che pensa di risolvere i conflitti inter-culturali adottando misure sconfitte dalla Storia, come selezionare l’utenza dei mezzi di trasporto in base all’origine etnica.
La viscerale passione per la politica di Salvini nessuno la mette in dubbio. Tuttavia, qualcuno dovrebbe informarlo che non è sufficiente propinare l’ideologia vecchia di inizio novecento ai contemporanei per essere un politico degno di nota. Ne tanto meno essere tifosi del Milan è un merito politico. E non lo è avere una “carriera universitaria sfortuna”. Non dovrebbe. Ma se pensiamo che la maggioranza degli studenti Italiani concludono gli studi in avanzata età, si verifica un fenomeno di empatia tra Salvini e il suo “popolo”.
La trincea politica dell’ On.Salvini io la rispetto. Tuttavia, qualcuno dovrebbe ricordargli che essendo parte del Parlamento, rappresenta il popolo italiano e non i Milanesi.
“Quando non è al parlamento europeo è qui , fra la sua gente. Probabilmente li conosce tutti (o quasi) per nome e cognome “. Immagine idilliaca, sembra una descrizione tratta dalla Bibbia. Uno di quei racconti in cui Gesù appare in tutta la sua misericordia verso i deboli e gli affamati.
Matteo Salvini non può essere un fanatico, come molti pensano. Abbate infatti ci illumina sui suoi gusti letterari e musicali, tendenti a sinistra. Uno che legge Giorgio Bocca e che ascolta l’anarchico De Andrè non può essere quel “fascistone” che molti credono.
Ovviamente,l’articolo si conclude con la citazione dei cavalli di battaglia della Lega: sicurezza,immigrazione,lavoro.
Come a dire, Matteo Salvini avrà anche cantato quei cori contro i napoletani ( e non contro i tifosi napoletani,come afferma Abbate), ma ricordate la criminalizzazione dello straniero che ha messo in scena lui e il suo partito per il suo “Popolo”.
Chi non avesse letto la mia opinione in merito al “popolo” può cliccare qui : Politica italiana,tra Populismo e Megalomania.
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